Norme redazionali per i collaboratori dell’Associazione ’9cento

a cura di Matteo Mazzone

A) Indicazioni generali

1. I testi dovranno essere consegnati in versione definitiva tramite e-mail all’indirizzo associazione9cento@gmail.com e in formato Word.

2. Ringraziamenti e altre annotazioni possono essere inseriti in calce alla prima pagina del testo, in corpo note, senza asterischi alla fine del titolo e senza numerazione.

3. Eventuali illustrazioni devono essere consegnate con l’indicazione del punto in cui dovranno essere inserite e delle corrispondenti didascalie. Saranno acquisite solamente immagini digitalizzate in formato jpg a una risoluzione minima di 300 dpi. Sarà cura degli autori assicurarsi il permesso di pubblicare le fotografie o la riproduzione dei manoscritti inseriti in ciascuno degli articoli.

4. Si prevede un solo giro di bozze, che dovranno essere verificate e restituite nei tempi indicati dal comitato di redazione dell’Associazione.

5. Oltre al testo e alle immagini, è necessario che l’articolo sia consegnato con piccolo abstract in italiano e in inglese (massimo 10 righe).

B) Formattazione degli articoli

Font da utilizzare: Times New Roman

Interlinea: Singola

Capoverso: Rientro di 1 cm

Abstract: Times New Roman, carattere 12

Titolo: Times New Roman, carattere 14, maiuscoletto e centrato

Testo: Times New Roman, carattere 12

Note: Times New Roman, carattere 10

Titoli dei paragrafi: Times New Roman, carattere 12, corsivo, preceduti dalla numerazione (ad. es.: 1. Introduzione; 2. Sul lessico architettonico italiano; 3. Conclusioni; ecc.). Il titolo sarà posizionato con due righe di stacco sopra e una sotto e deve terminare senza punto fermo.

Citazioni lunghe più di tre righe e poste all’interno del contributo: Times New Roman, carattere 11, rientri di 0,5 cm a destra e sinistra rispetto al testo dell’articolo. Ogni citazione è distaccata, sopra e sotto, di una riga vuota.

Didascalie e illustrazioni: Times New Roman, carattere 11. La didascalia deve essere segnalata con Fig. 1, e deve terminare senza punto fermo. Nel corpo del testo, si farà riferimento alla didascalia scrivendo: (Fig. 1).

Bibliografia: Times New Roman, carattere 12. Il titolo della sezione Bibliografia va segnalato in Times New Roman, carattere 14, maiuscoletto, centrato.

C) Testo e note

1. Per la composizione dei testi si utilizza il carattere normale in tondo. Salvo casi particolari, è preferibile non utilizzare neretto e sottolineato.

2. Si utilizza il corsivo per le parole che sono citate in quanto oggetto di analisi oppure quelle voci o brevi espressioni in lingua diversa dall’italiano (antica o moderna).

2.1. Si scrivono in tondo e al singolare i vocaboli stranieri di uso corrente (ad. es.: i film, i leader, il software).

2.2. In corsivo andranno scritti i titoli di libri, collane, capitoli, articoli di riviste o miscellanee, poesie, film, opere d’arte e i termini indicanti parti delle opere.

3. Nel corpo del testo e in tondo, chiuse tra virgolette basse o caporali «» andranno composte le citazioni brevi (meno di tre righe di testo) tratte da opere sia in lingua italiana che in altre lingue. Si segnala la presenza di eventuali citazioni interneai passi riportati tra caporali con virgolato doppio: “”. Eventuali omissioni saranno indicate con tre punti fra parentesi quadre […]; le parentesi quadre saranno usate anche per indicare eventuali interpolazionie integrazioni da parte dell’autore del contributo.

3.1. Se le citazioni risultassero lunghe più di tre righe, esse andranno a capo e in corpo minore di un punto (dunque corpo 11) rispetto a quello del testo e senza l’utilizzo delle virgolette.

Il punto fermo è da porre sempre dopo la chiusura dei caporali.

Il punto esclamativo o interrogativo che faccia parte della citazione sarà collocato all’interno; dopo i caporali o virgolette basse, se necessario, seguirà il punto fermo.

Tratti parentetici inclusi in un testo già tra parentesi tonde vanno compresi tra parentesi quadre.

4. In maiuscoletto vanno indicati gli eventuali etimi delle voci.

5. Si indica il significato di una parola in tondo e tra virgolette alte scempie: ‘’.

6. Le note andranno di norma a pie’ di pagina; il carattere sarà tondo, in corpo 10 con interlinea singola; saranno indicate, sia nel testo che in calce, con numeri di richiamo in progressione posti a esponente e non seguiti da alcuna parentesi.

6.1. Eventuale punteggiatura andrà sempre dopo il segno di richiamo a esponente (ad es. corretto: fine vita1. – es. sbagliato: fine vita.1), con le sole eccezioni del punto esclamativo e di quello interrogativo. Se la nota si riferisce a un passo compreso fra parentesi, l’esponente precederà la parentesi.

6.2. Nel caso che una nota a pie’ di pagina contenga un rinvio a una nota precedente o successiva, si scriverà, nel primo caso “cfr. supra”, mentre nel secondo caso “cfr. infra”; ciascuna formula sarà ovviamente seguita dal numero della nota al quale si fa riferimento.

7. Virgolette e trattini

7.1. Le virgolette basse « » (o caporali) si utilizzano per le citazioni di parole o brevi brani e per la citazione dei titoli dei  periodici e delle riviste.

7.2. Le virgolette alte “ ” si utilizzano per evidenziare le citazioni interne a una citazione principale, oppure per enfatizzare un termine o sottolineare l’uso traslato di una voce o di un’espressione rispetto a quello comune.

7.3. Le virgolette alte scempie ‘ ’ (o apici) si utilizzano quando si indica il significato di una parola.

7.4. Per quanto riguarda l’uso dei trattini, si stabilisce:

– per gli incisi sia utilizzato il trattino medio (–);

– per lo stacco tra le date, nelle indicazioni delle pagine, nelle parole composte, ecc. il trattino breve (-), che però deve essere selezionato tra i caratteri speciali (si vedano i Simboli di Word) e là denominato come “segno meno unificatore”;

– non usare mai il trattino lungo (—).

8. Numeri e date

I numeri vanno indicati preferibilmente in lettere, a eccezione delle informazioni di tipo statistico o quantitativo.

8.1. Se negli estremi della paginazione le cifre iniziali sono identiche, si omette quella delle centinaia ed eventualmente quella delle migliaia del secondo numero; se la penultima è 0 in entrambi, si omette anche questa (es.: 101-2, ma 21-22; 125-26; 2412-65; 1339-447).

8.2. è possibile utilizzare la dicitura pp. 199 e sgg., ma è preferibile precisare sempre l’intervallo delle pagine.

8.3. Eventuali numeri delle pagine romane saranno sempre in maiuscoletto.

8.4. Nelle date, il giorno e l’anno si indicano con numeri arabi, il mese in lettere minuscole: es. 5 maggio 1994. Inoltre:

– il 1967 (e non il ’67);

– il Novecento (e non il ’900);

– 1729-1738 (e non 1729-38);

– gli anni Ottanta (e non ’80).

9. Citazioni bibliografiche in nota

In nota a pie’ di pagina si indica la fonte bibliografica così composta: in maiuscoletto il nome e il cognome per esteso; il titolo in corsivo, il luogo di edizione, la casa editrice, l’anno di pubblicazione.

Per esempio: Carlo Dionisotti, Geografia e storia della letteratura italiana, Torino, Piccola Biblioteca Einaudi, 1999.

9.1. Se vi sono più autori, essi vanno posti uno di seguito all’altro, omettendo la congiunzione “e” e preferendo al suo posto la virgola.

Per esempio: Caterina Brancatisano, Eugenia Calderoni, Andrea Nannini, L’infanzia violata e l’infanzia abbandonata. Un compendio sui ricoveri per gli esposti con particolare riferimento al territorio pistoiese, Pistoia, Associazione ’9cento, 2021.

9.2 Se del volume non è indicato l’autore, non usare la dicitura AAVV, ma il nome e il cognome del curatore (o dei curatori) in maiuscoletto, seguito da “(a cura di)” in tondo, minuscolo e tra parentesi tonde, seguito dal titolo. Se vi sono più curatori, scriverli in maiuscoletto, l’uno dopo l’altro, separandoli con una virgola e omettendo la congiunzione “e”; ad essi segue la dicitura “(a cura di)”, in tondo, minuscolo e tra parentesi tonde. Esempi:

– Luca Bertinotti (a cura di), Da borghi abbandonati a borghi ritrovati, Roma, Aracne, 2020.

– Paola Manni, Marco Biffi (a cura di), Glossario leonardiano. Nomenclatura delle macchine nei codici di Madrid e Atlantico, Firenze, Leo S. Olschki Editore, 2011.

9.3.  Se del volume è indicato sia l’autore sia il curatore, il nome di quest’ultimo va indicato per esteso e in tondo dopo il titolo, preceduto da “a cura di”, in tondo e minuscolo. Se vi sono più curatori, essi, in tondo alto/basso, seguono la dizione “a cura di”, in tondo minuscolo, l’uno dopo l’altro e separati tra loro da una virgola, omettendo la congiunzione “e”. Esempi:

– Francesco Di Giorgio Martini, La traduzione del De architectura di Vitruvio (dal ms. II.I.141 della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze), a cura di Marco Biffi, Pisa, Scuola Normale Superiore di Pisa, 2002.

– Arrigo Castellani, Nuovi saggi di linguistica e filologia italiana e romanza (1976-2004), a cura di Valeria Della Valle, Giovanna Frosini, Paola Manni e Luca Serianni, Roma, Salerno Editrice, 2009, 2 voll.

9.4. Per indicare il contributo di un autore all’interno di una miscellanea o in atti di convegno, si scriverà il nome e il cognome dell’autore in maiuscoletto, seguito dal titolo del saggio e dall’indicazione bibliografica, come negli esempi seguenti:

– Matteo Mazzone, Preambolo letterario. L’abbandono nelle liriche di due poeti del Novecento, in Luca Bertinotti (a cura di), Da borghi abbandonati a borghi ritrovati, Roma, Aracne, 2020, pp. 31-36.

– Carlo Maccagni, Cultura e sapere dei tecnici nel Rinascimento, in Marisa Dalai Emiliani, Valter Curzi (a cura di), Piero della Francesca tra arte e scienza,Atti del Convegno internazionale di studi (Arezzo-Sansepolcro 8, 12 ottobre 1992), Venezia, Marsilio, 1996, pp. 279-92.

9.5. Eventuali prefatori, traduttori, ecc. vanno posti in modo analogo ai curatori.

9.6. Per quanto riguarda le indicazioni bibliografiche di riviste e periodici, si indicherà: nome e cognome dell’autore in maiuscoletto, titolo in corsivo, nome della rivista inclusa tra virgolette basse o caporali e preceduta da “in”, serie, annata in numeri romani eventuali, fascicolo o volume, anno, numeri di pagina. Ad esempio:

– Matteo Mazzone, Su un tecnicismo dell’architettura di area settentrionale: il verbo salicare/saligare (‘selciare’), in «Studi di Memofonte», n. 24, 2020, pp. 287-311.

– Matteo Mazzone, Il Libro delle Furie: nuovi aspetti linguistici gaddiani,in «La Rassegna della Letteratura Italiana», serie ix, vol. 123°, n. 1, 2019, pp. 32-52.

– Marco Biffi, Osservazioni sulla terminologia architettonica leonardiana, in «Studi di Lessicografia Italiana», vol. xxxiv, 2017, pp. 130-58.

9.7. Per quantoriguarda i riferimenti editoriali in rete, deve essere indicato l’indirizzo virtuale completo (ad. es.: https://associazione9cento.wordpress.com), seguito dall’ultima data di consultazione posta tra < >, col mese scritto per esteso e con l’iniziale minuscola (es. corretto: <1 ottobre 2021> – es. sbagliato: <01/10/2021>).

10. Rinvii interni a opere già citate o ad autori già citati

Per rinvii a opere o articoli già citati si ripete la formula: nome e cognome dell’autore in maiuscoletto, seguito dal titolo e dall’abbreviazione “cit.” in tondo, con l’indicazione del/i numero/i di pagina/e. Esempi:

Carlo Dionisotti, Geografia e storia della letteratura italiana, Torino, Piccola Biblioteca Einaudi, 1999, pp. 105-20.

Carlo Dionisotti, Geografia e storia della letteratura italiana, cit., pp. 222-24.

– Francesco Di Giorgio Martini, La traduzione del De architectura di Vitruvio (dal ms. II.I.141 della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze), a cura di Marco Biffi, Pisa, Scuola Normale Superiore di Pisa, 2002, pp. 678-90.

– Francesco Di Giorgio Martini, La traduzione del De architectura di Vitruvio (dal ms. II.I.141 della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze), cit., pp. 500-5.

10.1. In caso di rinvii ripetuti in note consecutive usare le seguenti formule:

– Ivi, p. 43 (in tondo, quando si rimanda alla stessa opera della nota precedente ma con riferimento a pagina differente);

Ibidem (in corsivo, quando il rimando è alla stessa opera e alla stessa pagina citate nella nota precedente).

10.2. Quando si segnala una nuova opera di un autore già citato precedentemente, nelle bibliogra­fie generali, nelle note a piè di pagina e nella citazione di uno scritto compreso in una raccolta di saggi dello stesso autore si può porre, anziché il nome dell’autore, l’indica­zione in maiuscoletto “Id.” (abbreviazione di “Idem”), oppure “Ead.”, (abbreviazione di “Eadem”) se per un’autrice. Esempi:

– Matteo Mazzone, Il Libro delle Furie: nuovi aspetti linguistici gaddiani,in «La Rassegna della Letteratura Italiana», serie ix, vol. 123°, n. 1, 2019, pp. 32-52.

– Id., Su un tecnicismo dell’architettura di area settentrionale: il verbo salicare/saligare (‘selciare’), in «Studi di Memofonte», n. 24, 2020, pp. 287-311.

– Paola Manni, La lingua di Dante, Bologna, il Mulino, 2013.

– Ead., La lingua di Giovanni Boccaccio, Bologna, il Mulino, 2016.

11. Altre utili indicazioni

Le formule “a cura di” e “in corso di stampa” vanno scritte sempre per esteso. In particolare, per quest’ultima si deve indicare nella sigla l’ipotetico anno di pubblicazione (quello in corso o successivo) e segnalare la voce sciolta ‘in corso di stampa’, come nell’esempio:

– Matteo Mazzone, Osservazioni sulla lingua di un volgarizzamento cinquecentesco del “De architectura” di Vitruvio: il codice Ottoboniano latino 1653 della Biblioteca Apostolica Vaticana, in «Studi di Grammatica Italiana», vol. xxxx, 2021 (in corso di stampa).

11.1. L’indicazione “vedi” andrà sempre espressa per esteso, non “v.”. Ma sempre: cfr.

11.2. Per le note, ed eventualmente per i testi, sono raccomandate le seguenti abbreviazioni:

§, §§ = paragrafo, paragrafi

c., cc. = carta, carte                        

ms., mss. = manoscritto, manoscritti

cap. = capitolo                               

n., nn. = numero, numeri

cfr. = confronta                              

p., pp. = pagina, pagine

    ecc. (non etc.) = eccetera               

    sing. = singolare

    plur. = plurale

es. = esempio                                 

r. = recto

    scil. = scilicet

    f., ff. = foglio, fogli                        

    sg., sgg. = seguente, seguenti

    fasc. = fascicolo                             

s. v. = sub voce

id./ead. = idem/ eadem                 

t., tt. = tomo, tomi

l., ll. = linea, linee                         

v. = verso

 mod. = moderno, moderni            

 vol., voll. = volume, volumi

11.3. Nelle citazioni da manoscritti o da stampe antichi, le indicazioni “r.” e “v.” seguono il numero della carta o del foglio separate da spazio semplice. Le abbreviazioni “sg.”, “sgg.” seguono il numero senza inserimento della congiunzione ‘e’.

11.4. Gli accenti sono à, è, é, ì, ò, ó, ù, ossia sempre accento grave, salvo che sulla e e la o chiuse. La terza persona del verbo essere maiuscola non deve essere composta con la lettera E maiuscola seguita da virgoletta scempia (E’), ma con l’apposito carattere: È.

D) Bibliografia generale

Nella bibliografia generale valgono le precisazioni fornite per la bibliografia da inserire in nota, salvo la sola anteposizione del cognome al nome. Esempi:

In nota:

            – Paola Manni, La lingua di Dante, Bologna, il Mulino, 2013, pp. 188-90.

– Matteo Mazzone, Preambolo letterario. L’abbandono nelle liriche di due poeti del Novecento, in Luca Bertinotti (a cura di), Da borghi abbandonati a borghi ritrovati, Roma, Aracne, 2020, pp. 31-36.

– Francesco Di Giorgio Martini, La traduzione del De architectura di Vitruvio (dal ms. II.I.141 della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze), a cura di Marco Biffi, Pisa, Scuola Normale Superiore di Pisa, 2002, p. 678.

– Paola Manni, Marco Biffi (a cura di), Glossario leonardiano. Nomenclatura delle macchine nei codici di Madrid e Atlantico, Firenze, Leo S. Olschki Editore, 2011, p. 126.

Nella bibliografia generale:

– Manni Paola, La lingua di Dante, Bologna, il Mulino, 2013.

– Mazzone Matteo, Preambolo letterario. L’abbandono nelle liriche di due poeti del Novecento, in Luca Bertinotti (a cura di), Da borghi abbandonati a borghi ritrovati, Roma, Aracne, 2020, pp. 31-36.

– Di Giorgio Martini Francesco, La traduzione del De architectura di Vitruvio (dal ms. II.I.141 della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze), a cura di Marco Biffi, Pisa, Scuola Normale Superiore di Pisa, 2002.

Manni Paola, Biffi Marco (a cura di), Glossario leonardiano. Nomenclatura delle macchine nei codici di Madrid e Atlantico, Firenze, Leo S. Olschki Editore, 2011.