I nomi di una volta

Nella mia città, stanno scomparendo sempre più i ‘virtuosi della fantasia’, quei personaggi strambi e coloriti che ancora affollano i miei ricordi di bambina.
I vari ‘fischiettatori’ professionisti, che sapevano arieggiarti tutta un’opera o riprodurre fedelmente l’intero repertorio canoro ornitologico del nostro parallelo, oppure i maghi del coltellino, che erano in grado di cesellarti un sughero a mo’ di diamante solitario, come affettarti un frutto appena colto o levarti una spina dal dito (senza mai osare lavare la lama perché sennò s’arrugginisce!).

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In una città così sempre più schiacciata nei suoi ghigni e nei suoi grugniti, per non perdere la magia, io, che sono un’infermiera, quindi, raccolgo e conservo nomi… son fatta così!
I nomi strani di quelle persone che ho incontrato per lavoro e che sono segnate (alle volte marchiate) da un destino particolare fin dalla nascita. E, alla vecchia maniera, ve li racconto adesso…

Vi stupite se vi dico che nel mio Reparto vicino alla signora FORESTA sta sfiorendo l’ORTENSIA? Se la DALIA chiede da bere o se un’OLIVA è caduta vicino alla MAGGIORINA SILVESTRINA e PALMINO li guarda dall’alto?
Così, un EGIZIANO stranamente ARTICO, APPARIZIO AQUILINO, ed EMO richiede una trasfusione urgente. ARMONDO nostro è strano, ma guarda BENIGNO, FIOFO’ che entra spedito nella stanza dei falsi vezzeggiativi faidaté, dove una RUBINETTA parla spedita con una VITINA naturalmente coniugata con un OTTONE.
Ho poi delle incursioni nel misticismo se devo prendermi cura di una MARIA (che fa BAMBINA di cognome) o di una CROCE (BELLINA).
ITALIA (PERDONI) se appaio blasfema ma è la PRIMETTA volta che scrivo e SOLIDEA mi rende ALLEGRETTA.
Refusi tipografici ANORMA, AILDA, LEOPALDO (difficoltà con le “r”?), AZZO, alle volte possono esserci!

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Insomma, sembra proprio che un tempo imperasse un bel po’ di fantasia (in collaborazione con qualche impiegato dell’anagrafe forse alticcio o forse decisamente affetto da sordità mal compensata…), il che oggi non può che far del bene all’umore.
E in questo breve racconto non li ho citati tutti, perché sono il mio tesoro, di nome e di fatto: coraggiosi guerrieri di un mondo che non c’è più, che sanno benvolere anche la scelta di un genitore fantasioso e sorriderne senza dover andare dallo psicoterapeuta. Ringrazio invece tutti loro anche per i mille racconti di vita che mi hanno donato.

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E alla prossima neomamma che mi confida la sua difficoltà nel cercare il migliore auspicio per il suo prossimo genito, indecisa tra Matteo o Mattia, Jacopo o Giacomo, senza ombra di dubbio ora so cosa consigliare: TORELLO, mal che vada farà il pornodivo!

Pistoia, 13 Luglio 2015

Testo di Serena Fabbri
Fotografie di Luca Bertinotti
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2 risposte a “I nomi di una volta”

  1. silvana innocenti ha detto:

    a me viene in mente un mio conoscente che si chiamava Torre di cognome e l’hanno chiamato Torrido……

  2. Anna ha detto:

    Bellissimo. Un’ondata di aria fresca. Grazie.

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