XXV Luglio

Il 25 Luglio a Pistoia
Grande giornata a Pistoia il 25 luglio. Un’atmosfera speciale si respira per le strade della città. Chi non si trova in quel momento in vacanza in qualche altro luogo avrà forse l’impressione di essere caduto in un sogno o di essere finito, per uno scherzo della macchina del tempo, in un periodo davvero affascinante: il Medioevo. E’ così che fra le pietre roventi delle viuzze del centro, fra gli scorci azzurri del cielo estivo, sarà facile incontrare personaggi vestiti con strani costumi, udire rulli di tamburi e respirare un forte odore di polvere e terra. Che cosa succede? La città si prepara per il grande evento che si tiene proprio la sera del 25 luglio: la giostra dell’Orso.
Il nome  è legato allo stemma di Pistoia. Infatti lo scaccato bianco e rosso, simbolo della città è difeso da due orsi, che un tempo vivevano sulle nostre montagne.
Piazza  del Duomo, per l’occasione, viene trasformata in una pista in cui cavalli e cavalieri si sfidano in una impegnativa corsa. In giro si percepisce un’atmosfera giocosa, un odore di cose buone da mangiare e di sapori da ricordare. Non è un sogno, è la festa di ogni anno, da molto tempo, viene organizzata in onore del patrono San Jacopo.
Un momento caratteristico dei festeggiamenti è “la vestizione”che viene effettuata il pomeriggio del 21 luglio. La statua del santo che si trova sulla parte destra della facciata della cattedrale, viene rivestita di una mantellina rossa  fino alla fine dei festeggiamenti. La mantella con una conchiglia viene benedetta dal parroco e i vigili del fuoco procedono poi alla vestizione. Questo rito rimanda alla volontà di ricordare il suo martirio. La vestizione è un antico cerimoniale ecclesiastico; è un momento di alto valore liturgico che solo negli ultimi anni è confluita fra i festeggiamenti del 25 luglio.
Una curiosità: si dice che questo rito sia legato ad una leggenda popolare. Si narra che Jacopo prima di seguire Gesù acquistasse cavalli al mercato senza mai pagare. Ai creditori diceva che li avrebbe pagati quando avesse fatto molto caldo (“A tanto caldo”). I creditori allora andarono a cercarlo il 24 luglio e lo trovarono, con sorpresa, avvolto in una mantella e in preda a brividi di freddo. In tal modo il santo li rimandò indietro fino a quando, appunto, avesse fatto davvero caldo, ma come intendeva lui!

Chi era Jacopo?
Jacopo era un bambino vivace e curioso che viveva con i suoi genitori e suo fratello Giovanni sulla riva di un lago chiamato di Tiberiade conosciuto anche come mar di Galilea. Suo padre Zebedeo era un pescatore e Maria Salomé, sua madre, si occupava della famiglia. La vita di Jacopo scorreva tranquilla ed agiata. Un giorno,quando ormai era diventato un ragazzo, mentre stava riordinando le reti da pesca insieme a suo padre e a Giovanni, passò da quelle terre Gesù il quale lo invitò a seguirlo nel suo cammino. Jacopo e suo fratello decisero di lasciare tutto e di andare con Gesù diventando insieme a Pietro i suoi discepoli prediletti. Giovanni, infatti, fu Giovanni l’Evangelista il discepolo che scrisse uno dei Vangeli, i testi narrano la storia della vita e dei miracoli di Gesù. I racconti degli altri discepoli ci dicono che i due fratelli fossero ribelli e ambiziosi quanto generosi e fedeli tant’è che Gesù li chiamava affettuosamente “figli del tuono”. Forse anche a causa del carattere indomito Jacopo fu uno dei primi apostoli a cui Erode Agrippa, re della Palestina, fece tagliare la testa nel 42 d.C. nel tentativo di fermare la diffusione del Cristianesimo. Jacopo divenne così il primo apostolo martire del Cristianesimo.
Il nome: Jacopo è chiamato anche Giacomo che nella lingua ebraica significa “Colui che segue Dio”. Da noi è diffuso però il nome di Jacopo che deriva dal latino Jacobus. Per distinguerlo da un altro apostolo omonimo è conosciuto anche come Giacomo “IL Maggiore”.
Il culto di San Jacopo nasce in Spagna nell’anno 820 quando si narra che, ormai considerato santo, fosse apparso agli spagnoli su un cavallo bianco con una croce rossa sulla bandiera e sopra il petto annunciando la vittoria della Spagna sui saraceni.
I saraceni erano abili navigatori musulmani che volevano conquistare tutta la zona del Mediterraneo, facendo razzia di ricchezze e di uomini da ridurre in schiavi; erano pirati pericolosi e temuti che per il colore scuro della loro pelle venivano chiamati “mori”. Gli spagnoli riuscirono infine a sconfiggere i saraceni, per questo la Spagna elesse San Jacopo a proprio protettore.
Da allora il culto del santo si diffuse in tutta la Spagna e da lì in tutta Europa. Dopo la morte Jacopo venne sepolto a Gerusalemme ma sembra che, due discepoli, fossero riusciti con una barca a trasportare il corpo in Galizia, una regione della Spagna.
Per molti anni la tomba venne dimenticata fino a quando nell’anno 813 un eremita di nome Pelagio vide una pioggia di luci simili stelle cadere in un punto preciso. Il vescovo incuriosito da questo fenomeno, andò sul luogo scoprendo una tomba dove c’era scritto che lì riposava Jacopo, figlio di Zebedeo. Nel 1075, nel luogo dove fu trovata la tomba, iniziò la costruzione di una chiesa in onore di San Jacopo e la città che le sorse intorno divenne un luogo di culto.
La città venne chiamata Santiago di Compostela. Il nome Santiago ha il significato di Giacomo, mentre Compostela deriva forse da “Campus stellae” in ricordo del prodigio della pioggia di stelle o da Campostellum “terreno di sepoltura” dove fu trovata la tomba.
Da quel momento Santiago di Compostela divenne meta di pellegrinaggi che continuano anche oggi.
Nell’anno 849 i saraceni arrivarono in Sicilia e cominciarono a salire l’Italia. Intorno all’anno 866 i pistoiesi temendo che anche la loro città venisse occupata, pregarono San Jacopo sperando che li proteggesse come aveva fatto con gli spagnoli. Pistoia non venne occupata e in onore del santo si costruì la chiesa di San Jacopo in Castellare, oggi non più attiva come chiesa e in attesa di essere restaurata ma visibile sullo “sdrucciolo del castellare” dietro la biblioteca Forteguarriana.
In quegli anni un religioso pistoiese di nome Ranieri fece un viaggio fermandosi a Compostela per onorare la tomba del santo.
Il vescovo di Pistoia Atto di origine spagnola gli chiese di parlare con l’arcivescovo di Compostela per ottenere una reliquia. L’arcivescovo stacco un piccolo frammento di osso dal corpo di San Jacopo e lo donò al vescovo Atto alla città di Pistoia. In cambio della reliquia i pistoies avrebbero dovuto costruire un altare in  onore del santo. Ranieri promise e nel 1144 furono inviati due discepoli di San Jacopo a prendere la reliquia. Quando la reliquia arrivò a Pistoia ci furono grandi festeggiamenti. Nel 1145 come era stato promesso fu fatta costruire nella cattedrale di San Zeno, una cappella dove si iniziò a lavorare ad un bellissimo altare d’argento in cui fu posta la reliquia.
L’altare fu realizzato in vari momenti tra la seconda metà del ‘200 e la prima metà del ‘400.
Fra i vari artisti che contribuirono alla bellezza dell’altare vi fu anche il famoso architetto Filippo Brunelleschi conosciuto come “Pippo da Firenze”.
Per molti secoli l’altare è stato nella cappella dedicata a San Jacopo. Alla fine della seconda guerra mondiale venne restaurato e collocato nella cappella del Crocefisso che si apre sulla navata destra della Cattedrale dove si trova ancora oggi.
Il vescovo Atto consacrò e benedì la cappella il 25 luglio che da qual momento, come in Spagna divenne il giorno in cui si onorava e celebrava San Jacopo come protettore della nostra città.
Nel 1407 venne commissionata a Lorenzo Ghiberti la realizzazione del reliquiario un’opera di altissima oreficeria in oro e argento in cui venne posta la reliquia.
L’opera è stata ricollocata nella Cattedrale nel luglio 2011 dopo essere stata per molto tempo nel palazzo dei vescovi.
(Da “Tuttieventi”- maggio 2012. Associazione Culturale Soqquadro- Vercelli)

Giostra dell’Orso
L’idea di una manifestazione tipo Giostra del Saracino di Arezzo, nasce nel secondo dopoguerra precisamente nel 1947. Il tentativo fa capo ad un gruppo di studenti che ha come principale scopo quello di lasciarsi alle spalle le brutte esperienze delle vicende belliche.
La prima edizione si svolse il 19 Luglio 1947 ed stata l’unica a vedere tra i contendenti cinque contrade anziché i quattro rioni corrispondenti alle porte di ingresso in città. Il motivo era da ricercarsi nel fatto che gli ideatori erano cinque e tutti dovevano partecipare. La quinta contrada era quella racchiusa nella prima cerchia di mura. La pista era un tracciato rettilineo che dal palazzo del Comune arrivava al Palazzo del Tribunale mentre l’orso (molto verosimile) con la testa in cartapesta ed il corpo ricoperto di pelli di capra era collocato all’altezza del campanile della cattedrale. Negli anni successivi furono apportate migliorie tali da risolvere alcuni problemi sorti nella prima edizione: L’orso per esempio venne sostituito da una figura stilizzata più accettabile dai cavalli che nella manifestazione precedente si spaventarono e alcuni di loro addirittura tornarono indietro non appena si avvicinavano all’animale che sembrava vero; il percorso divenne ovale; vennero realizzate due piste identiche una accanto all’altra  La competizione venne sospesa dal 1958 al 1974. La decisione venne presa in relazione a problemi strutturali che gravavano sul palazzo comunale. Il 1975 è l’anno della ripresa dopo le edizioni saltate.Nel 1977 si assiste al recupero della dimensione religiosa che sta alla base dell’antico torneo.Comincia la nuova fase della giostra: il percorso diventa un unico ovale e il regolamento stabilisce che i cavalli dovranno partire in contemporanea e in caso contrario la partenza dovrà essere ripetuta. Nel 1987 la manifestazione viene di nuovo sospesa per un anno per risolvere alcuni problemi tecnici relativi alla pericolosità del tracciato. L’ultima interruzione nel 1991 dopo di che la manifestazione giunge ai giorni nostri senza ulteriori problemi.
(Da un articolo del “La Nazione”)

Albo d'oro

Bando che si pubblica ogn’anno in Pistoja per la Festa di S. Jacopo Apostolo
A laude, e gloria, e mantenimento possa essere, e sia di S.Maria Vergine, e di tutta la Corte Celeste, e trionfante del Paradiso, e dell’Apostolo Baron Messere Santo Jacopo, e a laude e gloria, e mantenimento possa essere, e sia del nostro Serenissimo Granduca di Toscana, che Dio lo salvi, e lo mantenga per Mare, e per Terra, e a laude, e gloria, e mantenimento possa essere, e sia degli Illustrissimi Signori Priori, e Gonfaloniere di Giustizia, fanno pubblicamente bandire la Festa del Glorioso
Apostolo, Barone, Messere Santo Jacopo, che ognuno possa venire otto dì innanzi la Festa, e il dì della Festa, otto giorni dopo la festa, sani salvi, e sicuri, eccetto ribelli, banditi, condannati, Uomini di mala pubblica voce, e fama. Ci fosse un Papa, un Imperatore, un Duca, un Cavaliere, Artieri, che avesse un Caval buono, che lo volesse mettere all’intenzione di questo Palio, venga il dì 24 del mese prossimo, che Noi siamo, e vada dai Magnifici Signori, dall’onorevol Notaro, lo faccia scrivere, e ben adornare, da tutti quattro i piè lo faccia ferrare, e chi non lo può far correre lo faccia volare, sapendo, che questo Palio di gran prezzo sarà, L’Uomo, e la Donna, addosso lo porterà, e chi sarà innanzi averà il Palio.

Pistoia, 22 Giugno 2013

Testo di Lalla Calderoni
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