San Domenico di Cocullo e i serpenti

Un reportage fotografico della particolare festa di San Domenico Abate a Cocullo (AQ) del 1 maggio 2019.
Autore delle immagini: Luca Bertinotti (© Copyright All rights reserved)

«Cocullo, borgo montano della provincia aquilana, grazie alla sua economia agro-pastorale aveva conosciuto epoche fiorenti, ma anche periodi di difficoltà economica, nel corso dei quali aveva elaborato in modo peculiare una “competenza ofidica”, cioè la capacità di trattare con disinvoltura i serpenti velenosi o innocui. La tradizione giudaico-cristiana, contrariamente ad altre, usa il serpente per rappresentare il demonio: l’animale rappresenta la tentazione della conoscenza, ma anche il pericolo per eccellenza, l’immagine mitica del male, come si evince dal mito di Adamo ed Eva, riferimento fondamentale della Bibbia. Questa negatività si ribaltata anche sull’animale innocuo, che viene usualmente perseguitato e ucciso, nonostante la sua importante funzione topicida e protettiva venga riconosciuta nella civiltà greco-romana e nelle tradizioni popolari di molte aree rurali […] A partire dal XVII secolo, la festa patronale di Cocullo si configura come una processione, o anche una sacra rappresentazione, nella quale intorno alla statua del santo vengono posti i serpenti innocui»

Tratto da Lia Giancristofaro, Cocullo. Un percorso italiano di salvaguardia urgente, Granarolo dell’Emilia (BO), Patron, 2018.

Con profonda riconoscenza nei confronti dei Prof. Pietro Clemente, Lia Giancristofaro e Valentina Zingari e il Sindaco Sandro Chiocchio per i preziosi suggerimenti e il supporto forniti.

Sul numero 38 di Dialoghi Mediterranei di Luglio-Agosto 2019 si trovano alcune personali considerazioni sulla Festa di Cocullo.